La chimera di Sebastiano Vassalli – scheda di lettura

La chimera è un libro dello scrittore italiano Sebastiano Vassalli (1941-2015) del 1990, vincitore di diversi premi tra cui il Premio Strega. Il libro racconta della vita di un’esposta ispirata da una storia vera. 

Trama

Nel Piemonte del Seicento, viene ritrovata una piccola orfanella che viene cresciuta nel convento di San Michele a Novara. Per la piccola Antonia la suore scelgono il cognome “Spagnoli” per evidenziare i colori scuri che la caratterizzavano e che la accompagneranno per tutta la vita. Più cresce più è evidente la sua bellezza e presto si fa conoscere anche per la sua dolcezza e generosità: tutte qualità che le permetteranno di recitare una poesia per il vescovo Bascapè che allo svenimento della bambina (dovuto a diversi fattori tra cui l’emozione) si mostra comprensivo. A dieci anni, Antonia viene adottata da due cugini che vivono a Zardino, paese oggi scomparso, destino che in genere non è riservato alle esposte. Quello che sembrava essere stato un colpo di fortuna si rivela però tutt’altro. A Zardino la sua gentilezza non è apprezzata e gli abitanti sono diffidenti. La sua bellezza disarmante suscita invidia tra le donne ma Teresina, l’unica disposta ad essere sua amica, le mostra le abitudini del paese, oltre che i risaroli, ovvero uomini con problemi fisici o mentali, scelti appositamente per lavorare nelle risaie in modo da non poter creare ribellioni di alcun tipo. Nel frattempo il vescovo Bascapè ha deciso di sostituire tutti i vescovi corrotti o accusati di stregoneria della zona, tra cui Don Michele, sostituito da Don Teresio. Oltre alle sue idee riguardo alle misure adottate da Don Teresio, altri eventi fanno sì che l’odio nei confronti di Antonia ormai quasi ventenne cresca sempre di più; la giovane si fa ritrarre da un giovane pittore che usa il suo viso per raffigurare la Madonna, rifiuta tutti i pretendenti ma si avvicina particolarmente all’unica persona che, come lei, viene allontanata, ovvero Biagio; in più, accetta di ballare con un lanzichenecco e si innamora Gasparo, un ragazzo che vagabonda di paese in paese. Antonia e Gasparo si incontrano in un luogo dove si dice che spesso arrivi il diavolo. Dopo questa serie di eventi Antonia viene accusata di stregoneria e inizialmente, sostenuta solo da Teresina e dai suoi genitori adottivi, si dichiara innocente. Dopo lunghe e atroci torture, però, ammette di avere avuto contatti con il Maligno, e solo al termine delle violenze e della prigionia viene definitivamente condannata al rogo, dove muore l’11 settembre 1610.      

Personali considerazioni:

Le descrizioni precise di Vassalli trasportano il lettore direttamente nell’Italia del Seicento. È forse grazie alle descrizioni quasi spiazzanti che si riesce a sentire la crudeltà e l’ignoranza del popolo. Quello che ho capito da questo libro è che, alla fine, la situazione non è cambiata molto e l’aria di invidia e rabbia si respira ancora oggi: le persone oggi come nel Seicento si fanno influenzare particolarmente dalle idee degli altri, e quando un gruppo non ragiona sulle cose ma le ripete, si crea una catena che, come per la giovane Antonia, può essere devastante. Ancora oggi siamo in un mondo dove ciò che si appare vale più di ciò che si è. Rileggo le pagine con la descrizione di una ragazza rimasta vittima della sua bellezza, dolcezza e generosità e mi sembra quasi di vedere gli occhi tanto scuri di cui parla Vassalli. Questa storia non è solo il racconto della crudeltà e di un’ingiusta condanna, ma della nostra società. Non c’è un aiuto divino, non c’è giustizia: ci son solo il destino, il popolo e un intrecciarsi di eventi dove si alternano fortuna e sfortuna.

Proprio la fortuna e la sfortuna di Antonia mi hanno colpito, perché in questo libro non esiste una senza l’altra. Basti pensare ad un’orfanella bella e amabile che viene adottata a differenza di tutte le sue compagne, che ad un tratto sente sparire tutto l’amore che la circondava – un amore sostituito dall’invidia. La ragazza, tuttavia, è sempre la stessa, che nella sfortuna può vedere in Teresina e nei genitori il briciolo di un dono che l’accompagnerà fino alla morte senza che possa bastare, tuttavia, a contrastare il suo sfortunato destino.

Consiglio questo racconto a chiunque volesse leggere qualcosa di reale e attuale nonostante l’ambientazione storica, facendo momentaneamente un viaggio nel tempo.

Martina Curia, 3 E