Il giardino incantato di Italo Calvino – scheda di lettura

Il racconto “Il giardino incantato” di Italo Calvino (dalla raccolta Ultimo viene il corvo, 1949) vede come protagonisti due ragazzini, intenti a godersi una giornata d’estate, andando all’ esplorazione dei luoghi più remoti e nascosti del posto in cui vivono; non sanno però che li attenderanno varie sorprese, tanto piacevoli quanto inquietanti e bizzarre.
La storia mi ha sorpreso, in particolar modo sono rimasto stupefatto dalla tecnica di scrittura
dell’autore, il quale non lascia assolutamente nulla al caso, descrivendo nel dettaglio ed in maniera
minuziosa qualsiasi particolare: dal luogo in cui ci si trova alle condizioni atmosferiche, fino alle
sensazioni provate dai personaggi. Grazie a tale cura maniacale di ogni tassello del racconto, sono
riuscito ad immergermi a fondo nell’ambiente creato dall’autore, giungendo a percepire passi,
fruscii, sciacquii evocati dalla lettura.


Anche l’atmosfera è degna d’approfondimento, in quanto in pochissime righe muta da divertente e
gioiosa, ma anche serena e pacata, condita da quel pizzico di monotonia e apatia che caratterizza le
più afose giornate d’estate, quando tutto ti pare già conosciuto e sempre uguale e non hai voglia
nemmeno di muoverti, mentre al tempo stesso non attendi altro che accada qualcosa capace di
sconvolgere la tua giornata, a un’atmosfera movimentata, ansiosa, quell’ansia carica d’un sentore di
pericolo imminente, ma al tempo stesso piena di vita, un’ansia che ti fa tremare le gambe, battere
forte il cuore, provare angoscia, mentre in realtà ti stai divertendo come non mai, e vuoi solo vivere
questo momento al meglio.
Il racconto mi ha, senz’ombra di dubbio, tenuto incollato, costringendomi a leggerlo tutto d’un
fiato per scoprirne il finale; questo perché è un racconto che non lascia il minimo indizio su dove
voglia parare, cosa voglia insegnarti o sulle sensazioni che vuole far provare: non a caso, appena ti
convinci d’averne colto il significato, cambia completamente direzione, sorprendendoti ancora una
volta e lasciandoti vuoto, confuso e stupito.
Lo consiglio indubbiamente a un lettore capace, ma soprattutto voglioso di sorprendersi; ma trovo
che possa essere apprezzato sia da un lettore alle prime armi che da uno più esperto: dal primo
perché può sinceramente divertirsi vivendo emozioni genuine, senza sentirsi vincolato da
approfondimenti critici, dal secondo perché, pur meno stupito grazie alle sue colte esperienze, può
trovarsi davanti a un racconto di ottima tecnica, dalle descrizioni impeccabili e suggestive.

Tobia Cazzolla 3O