Il nostro collega Lorenzo Mari ha donato alla biblioteca un libro di poesie del poeta cileno Raúl Zurita, di cui ha curato l’edizione italiana. Ecco un estratto della sua presentazione.
Raúl Zurita Canessa, nato a Santiago de Chile nel 1950, è una delle voci più importanti della poesia contemporanea, nel continente sudamericano e a livello mondiale. Recentemente insignito del Premio Iberoamericano de Poesía Pablo Neruda (2016) e del Premio Reina Sofía de Poesía Iberoamericana (2020), Zurita ha ricercato, in tutta la sua produzione poetica, il connubio tra innovazione formale e strategie di resistenza politica. Dall’arresto e la detenzione nei primi tempi della dittatura di Augusto Pinochet (1973), fino alle recenti mobilitazioni di massa (2019) e al referendum costituzionale del 27 ottobre 2020, Zurita ha sempre intessuto la propria scrittura di ineluttabili riferimenti al proprio contesto storico, sociale e politico, senza per questo sacrificarvi la qualità dei valori formali.
ZURITA. Quattro poemi è una selezione antologica, voluta dallo stesso autore, della produzione poetica di Raúl Zurita, tradotta dal poeta sardo, di adozione bolognese, Alberto Masala, e pubblicata dalla casa editrice toscana Valigie Rosse nel 2019. Il percorso che si delinea in questa antologia è, a tutti gli effetti, una catabasi, una ‘discesa all’inferno’ che ha come primo punto di riferimento la Commedia di Dante Alighieri (un’opera a lungo meditata e tradotta in spagnolo dallo stesso Zurita, la cui famiglia era, tra l’altro, di origini italiane).
Il libro, infatti, si apre con LVB, acronimo di Ludwig van Beethoven, soprannome affibbiato a un internato dei campi di prigionia di Pinochet; a seguire, si aprono le Cateratte del Pacifico, visione sublime della Natura che, al tempo stesso, resta indissolubilmente legata alla fine violenta dei desaparecidos. I barcaioli della notte svolgono le funzioni del Caronte dantesco, portando, infine, alla visione del Canto al suo amore scomparso, l’immenso cimitero latinoamericano e mondiale nel quale l’autore si confronta con l’ingiunzione letteraria, etica e politica, a dar conto delle migliaia di vite desaparecidas.
Lorenzo Mari